Thursday, February 16, 2006

Per stare in tema.....

Quasi agganciandomi alla bellissima poesia di Cardarelli, a cui sono particolarmente affezionata, trascritta da Buridone, e recuperando alcune riflessioni di recenti post, mi accingo anch'io a parlare di un "gabbiano", la cui esistenza appare esemplificativa di quella dell'uomo:

'La maggior parte dei gabbiani non si danno la pena di apprendere, del volo, altro che le nozioni elementari: gli basta arrivare dalla costa, a dov’è il cibo e poi tornare a casa. Per la maggior parte dei gabbiani, volare non conta, conta mangiare. A quel gabbiano lì, invece, non importava tanto procurarsi il cibo, quanto volare. Più d’ogni altra cosa al mondo, a Jonathan Livingston piaceva librarsi nel cielo.


“Ma perché, Jon, perché?” gli domandò sua madre. “Perché non devi essere un gabbiano come gli altri, Jon? Ci vuole tanto poco! Ma perché non lo lasci ai pellicani il volo radente? agli albatri? ”


“Non m’importa se sono penne e ossa, mamma. A me importa soltanto imparare che cosa si può fare su per aria, e cosa no: ecco tutto. A me preme soltanto di sapere.”


E il gabbiano Jonathan visse il resto dei suoi giorni esule e solo. Il suo maggior dolore era che gli altri gabbiani si rifiutassero di credere e aspirare alla gloria del volo.'


Jonathan non è un gabbiano come gli altri: vuole sapere, vuole conoscere.
Ma questa frenetica ricerca della libertà e della perfezione nel volo lo portano ad essere escluso dallo stormo cui appartiene.
Così l'uomo...chi ricerca l'essenza della vita, chi vuole arrivare alla sostanza, spesso è costretto ad 'uscire dal gruppo'!
purtroppo...quanto è vero...


4 Comments:

At 16/2/06 11:13 pm, Blogger NY152 said...

Mai post fu più azzeccato e tempestivo di questo:

La Maratoneta
" Fai conto di essere una maratoneta. Stai correndo con i tuoi amici e le tue amiche. A un certo punto capisci di avere una buona gamba, un bel passo, di poter andare più veloce, e allora decidi di seguire questa tua forza. Di convertirti al tuo talento. Dopo un pò che corri, ti accorgi di aver staccato il gruppo. Ti giri e ti scopri sola. Loro sono indietro, tutti insieme che ridono, e tu sei sola con te stessa. Siccome non riesci a reggere questa solitudine, rallenti finchè il gruppo ti raggiunge e, negando il tuo talento, fingi di essere come loro. Rimani nel gruppo. Ma tu non sei così, non sei come loro. Infatti anche lì in mezzo ti senti comunque sola."

Quante persone si nascondono.....

Ecco è cominciato Armstrong.....Uncle Satchmo´s Lullaby. Fatemela ascoltare.

fatto.......

Siete un bel gruppo, non c'è che dire.
Se qualcuno fosse interessato alla Maratoneta, posso sempre dirgli dove ho preso questa storiella, letta proprio proprio ieri sera, per questo dico che ci deve essere un filo conduttore che mi ha portato qua a leggere.

Dalla Lucio,4 - 3 - 1943

 
At 16/2/06 11:17 pm, Blogger missmaggia said...

in una parola....

commozione!

buonanotte ai maratoneti della ciurma in ascolto e a quelli che non trovano pace!

P.S. io sarei interessata alla 'storiella'

 
At 16/2/06 11:26 pm, Blogger NY152 said...

Bene, buonanotte a tutti, gambe lunghe, fiati corti, gabbiani in tempesta, animi nei tumulti....

Finisco il libro e se vi va, faccio una breve recensione.

La Maratoneta è una storiella che viene raccontata in una sera tra amici da uno dei protagonisti del breve e giovane romanzo che sto leggendo... e che mi piace veramente molto. Purtroppo non è il momento giusto per leggerlo.

Ciao

 
At 16/2/06 11:53 pm, Blogger Union-Jack said...

ringrazio NY152 che raccontando di una maratoneta, mi ha fatto venire in mente un albatro......

 

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