Sunday, April 30, 2006

Magritte in Olanda

Vanno, vengono, certe volte ritornano...

Era una strofa parlata di una canzone di De Andrè. E il soggetto sono le nuvole.
Niente di più appropriato in questo livido pomeriggio.

In un certo modo si addice anche all'autore di questo post.
Assente da troppo tempo.

I viaggi e l'arte sono due dei miei principali stimoli vitali.

In un recente viaggio in Olanda ho incontrato Renè Magritte...



Thursday, April 27, 2006

L'arte è sempre quella

L'arte di perdere s'impara presto;
tante le cose col segreto intento
di andare perse, che non è un disastro.

Perdi una cosa al giorno. Con malestro
accetta chiavi perse, un'ora al vento.
L'arte di perdere s'impara presto.

Perdi di più, più in fretta; al peggio apprestati:
luoghi e nomi e dov'è che avevi in mente
di recarti. Non sarà mai un disastro.

L'orologio di mamma ho perso; e questa!
che è l'ultima di tre case nel niente.
L'arte di perdere s'impara presto.

Ho perso due città, belle. E, più vasti,
altri regni, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è poi un disastro.

Anche perdere te (la voce, il gesto
amato) non mi smentirà. E' evidente:
l'arte di perdere fin troppo presto
s'impara, e sembra (scrivilo!) un disastro.

Elizabeth Bishop - da Miracolo a colazione, Adelphi


(per Nicola, che ci visita ogni tanto, e per Anna, che ho l'impressione sappia di cosa stiamo parlando)

Tuesday, April 25, 2006

Corallo e Corallari

In tutti i mari del mondo, Oceani e non, sono presenti ben 27 speci di Corallium, di queste solo 5 vivono nell'Atlantico ed una, la più famosa (mi permetto di dire) nel nostro mare: il Corallium Rubrum.

Quest'ultima specie presente nnel Mediterraneo si differenzia dalle altre per la tipica colorazione rossa. Da tempi immemori il corallo è stato pescato ed utilizzato per la realizzazione di gioielli e oggetti di ornamento.

Il Corallo, pur sembrando un minerale, non lo è. Appartiene alla famiglia dei Celenterati. Il corallo si compone di formazioni arborescenti di un corpo molle contente numerose spicole calcaree di colore rosso vivo, che si saldano tra loro sino a formare un corpo solido.

I polipi hanno dimensione di pochi millimetri e sono di colorazione bianca. Questi possono ritrarsi all'interno delle cavità presenti nelle ramificazioni del corallo (in caso di pericolo) oppure estendere i propri tentacoli (otto) per catturare il nutrimento (plancton) presente, in differenti concentrazini, nell'ambiente marino.
Il corallo si riproduce in maniera vivipara od ovipara con larve. La crescita e lo sviluppo del corallo è condizionato principalmente da due elementi: il substrato e la luce. Solitamente il corallo vive all'intero di cavità, o pareti rocciose dove la luce non è diretta bensì in penombra.


In immersione è possibile incontrare formazioni di corallo già dai 20mt. Purtroppo la pesca, talvolta spropositata, lo ha spinto a crescere sino a profondità di 200mt. Le formazioni di corallo, attraverso la ramificazione, possono assumere dimensioni importanti, basti pensare alle barriere coralline. Lo stesso corallo rosso ramificando può formare splendidi intrecci e rami a forma di ventaglio.

I primi pescatori di corallo furono gli arabi, gia nel 698. Quindi i genovesi nel 1153, che stipularono accordi con Tunisi per la pesca del rosso celenterato, seguiti dopo circa quattro anni dai Pisani. All'epoca la pesca era fatta con barche ed attrezzature per "rastrellare" i fondali e raccoglierne i rossi rami di corallo.

Oggi i corallari si immergo a profondità che sfiorano sempre gli 80mt. Le immersioni sono molto impegnative sia per la profondità che per la temperatura dell'acqua, molto bassa, a quelle profondità. La squadra di pesca si compone di due persone. Il corallaro ed il barcaiolo; quest'ultimo fondamentale per l'assistenza in superficie. Al fine di limitare il tempo di disciesa dalla superficie al fondo il corallaro zavora con dei sassi la rete che sarà utilizzata per la raccolta dei rami. Solitamente da 0mt a -80mt il pescatore di corallo impiega un minuto. Mentre in rislita le prime tappe di decompressione sono intorno ai -30mt (teorico limite massimo per le immersioni definite ricreative). Durante la decompressione il corallaro fa salire in superficie un pallone di segnalazione. A questo punto il barcaiolo lancia in acqua un tubo collegato ad una fonte di acqua calda, ed una frusta con un erogatore per consentire la decompressione. Sarebbe improponibile per il corallaro scendere con tutto il gas necessario per l'intera immersione. Mentre il tubo di acuqa calda viene inserito nel collo della muta al fine di riscaldare il sub.

Quindi anche per questo il costo del corallo è altro. Un po' per le regolamentazioni che ne disciplinano la raccolta un po' perchè la componente umana per la sua raccolta è fondamentale.

Thursday, April 20, 2006

Gugol Frara...



Vi segnalo una pregevole traduzione, in ferrarese doc, della home di Google.
Pagina personale di un giovane sancarlese, perfettamente funzionante.

Bela Stic, fat impitunar valà!


Fiat Starjet - nuovo 1.4 da 95 cv

Fiat ha annunciato l'inizio della commercializzazione del nuovo motore 1.4 Starjet 16V da 95 cavalli sulla Grande Punto:

Secondo il comunicato Fiat:



Si tratta di un propulsore (EURO 4) che, per la prima volta al mondo, applica congiuntamente tre tecnologie. Adotta, infatti, un sistema di turbolenza variabile in camera di combustione basato su un collettore di aspirazione con parzializzatore dei condotti (PDA), associato ad un variatore continuo di fase (VVT) controllato dalla centralina iniezione. Questo sistema consente di ricircolare in camera di combustione una consistente parte dei gas di scarico (EGR), riducendo così in modo sensibile i consumi di combustibile e le emissioni allo scarico.

I prezzi: 13.800 € per 1.4 16v 95 CV Dynamic 3p, 14.900 € per la Emotion 3p. Le versioni a 5 porte costano 700 € in più. La 1.4 16v 95 CV Sport è disponibile solo in versione 3 porte (14.600 €).

I dati: velocità max 0-100 km/h, accelerazione da 0-100 km/h in 11,4"


Direi che dopo la ormai famosissima Morti-jet, Fiat ha voluto omaggiarmi di un motore che porta il mio Nickname, la grande Star-Jet. Deliri di onnipotenza di metà mattina....poi mi passa.
Vi segnalo inoltre:
Produzione 8C competizione
Panda Monster

I miei rospetti....e andate piano che poi me li schiacciate! (...i rospetti...)

Fonte: Autoblog

Tuesday, April 18, 2006

Assegnati i Pulitzer

Il Times-Picayune di New Orleans e il Sun Herald di Biloxi, Mississippi, si dividono il più importante riconoscimento giornalistico del mondo per, si legge nella motivazione, "la loro eroica e completa copertura dell'uragano Katrina e dei suoi effetti facendo un uso eccezionale delle risorse del giornale al servizio di una città sommersa dalle acque". Il Times-Picayune ha anche vinto il Pultizer per l'aggiornamento in tempo reale fornito attraverso il sito Internet.

I due quotidiani premiati hanno lavorato con gli uffici allagati e con molti dei corrispondenti costretti a lasciare la città quando è stata travolta. Una redazione di emergenza è stata creata a Baton Rouge, in Louisiana, a circa 80 miglia di distanza.

Per le foto che "hanno ritratto il caos e il dolore" provocato dall'uragano, il Dallas Morning News ha vinto il premio per la Breaking News Photography (foto sopra).

Ben quattro Pulitzer sono poi andati al Washington Post: il premio per l'Investigative Reporting è andato a Susan Schmidt, James Grimaldi e R. Jeffrey Smith per l'inchiesta sul lobbista di Washington Jack Abramoff; il Pulitzer per l'Explanatory Reporting è andato a David Finkel per lo studio sui tentativi del governo Usa di portare la democrazia in Yemen; Dana Priest ha vinto il Beat Reporting per la copertura delle prigioni segrete e di altri casi scottanti della campagna antiterrorismo dell'amministrazione Bush, mentre il premio per la critica è stato assegnato a Robin Givhan per la sua copertura del mondo della moda.

Il Pulitzer per il National Reporting è stato diviso da James Risen ed Eric Lichtblau del New York Times per i loro articoli su casi di intercettazioni, mentre il San Diego Union-Tribune e il Copley News Service, con il lavoro di Marcus Stern e Jerry Kammer, sono stati premiati per aver messo in luce l'affare di tangenti che ha mandato l'ex repubblicano californiano Randy Cunningham in prigione.

Il New York Times ha ottenuto anche il premio per l'International Reporting, per le storie scritte da Joseph Kahn e Jim Yardley sulla giustizia in Cina. Nicholas Kristof ha vinto la sezione editoriali per i suoi articoli sul genocidio in Darfur.

La storia di un maggiore dei Marine che aiuta le famiglie dei soldati uccisi in Iraq, scritta da Jim Sheeler per il Rocky Mountain News di Denver ha vinto la sezione Feature Writing.

Il premio per la Feature Photography è andato a Todd Heisler del Rocky Mountain News per il reportage dietro le quinte dei funerali dei Marine che tornano dall'Iraq.


Premiati anche gli editoriali sugli abusi nell'ospedale psichiatrico dell'Oregon scritti da Rick Attig e Doug Bates per l'Oregonian, mentre il premio per l'Editorial Cartooning è andato a Mike Luckovich dell'Atlanta Journal-Constitution.

Sul sito Pulitzer.org trovate tutte le altre foto.

Fonte: Reuters Italia

Post di servizio /2

Post di servizio:
Ho provato a dare una sistemata al blog del Capitano costruito fuori da blogger (per intendersi quello che vi avevo prospettato qualche settimana fa): Diario del Capitano
fatemi un favore quando avete tempo:
lasciate un commento a questo post dicendo se lo vedete bene con il vostro browser e che browser state utilizzando.

Grazie ai partecipanti

Monday, April 17, 2006

Per tutto il resto.. c'è mastercard

Ho trovato su YouTube qesta brillante parodia.. l'unico che la capirò appieno sarà UJack.. ma forse sarà chiara anche agli altri membri del team.

Rimango in attesa di un post sulla scampagnata di Pasquetta...

I video invece postatemeli direttamente.. o fate in modo di farmeli avere che procederò al montaggio (una versione ridotta sarà pubblicata)
Buon divertimento intanto..

Thursday, April 13, 2006

Un po' d'amore...

Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d'estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi nei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro


Nazim Hikmet

Da Poesie d'amore
Lettere dal carcere a Munevver - prigione di Bursa (Anatolia) - 1949

Tuesday, April 11, 2006

Bernardo Provenzano, un perfetto sconosciuto.

La notizia dell'arresto di Bernardo Provenzano sta facendo il giro del mondo e rubando la prima pagina dei giornali: c'è fremente attesa sul risultato delle votazioni degli italiani all'estero per l'assegnazione degli ultimi 6 seggi al Senato, sono le 11.30 dell'11 aprile 2006. Stupefacente la velocità con cui i mezzi d'informazione in rete, compresi i blog ovviamente, stanno battendo la notizia; ma ancor più meraviglioso è stato constatare come su Wikipedia la sua biografia fosse stata immediatamente aggiornata (la riporto sotto). Un plauso ai contributors della più famosa enciclopedia on-line. Riservo quindi anche io uno spazio alla notizia, importante per la storia della mafia e dell'Italia in generale, che occupa la scena anche di fronte agli importanti eventi politici di questi giorni. Un ringraziamento alle forze dell'ordine, il Ministro Pisanu non poteva congedarsi in modo migliore. Complimenti!
Sono le 20.50, le elezioni sono terminate, i risultati sono noti e l'11 aprile rimarrà nella memoria non solo per questo.
Riporto quotato, per dovere di cronaca, l'articolo di Repubblica on-line. Notate l'estrema somiglianza tra la biografia pubblicata su Wikipedia e alcuni stralci dell'articolo stesso. Chi a copiato chi? Pazienza, sarebbe buona norma, da parte di un giornalista citare eventualmente la fonte, ma questa è prerogativa dei Blogger e non dei giornalisti. Un giorno apriremo una discussione in merito. A presto.....

Bernardo Provenzano (n. Corleone, 31 gennaio 1933) detto Binnu u tratturi (Benedetto, il trattore) è ritenuto uno degli attuali (2006) capi della mafia siciliana o Cosa nostra. Arrestato nel 2006, Provenzano era ricercato sin dal 1963, con una latitanza record di oltre quarant'anni.

Appartenente inizialmente alla cosca mafiosa di Luciano Liggio insieme a Totò Riina commise i suoi primi omicidi negli anni sessanta nel corso della prima guerra di mafia palermitana contro i Navarra.

Provenzano è ritenuto attualmente a capo della "Commissione", organismo regionale di cosa nostra avente competenza su tutto il territorio. La sua presenza è stata segnalata alla fine del 2004 in una clinica francese a Marsiglia, dove si era sottoposto ad un intervento chirurgico, tramite l'ausilio di un prestanome.

Il boss è stato catturato a Corleone nella mattinata dell' 11 aprile 2006 in un casolare di campagna, al momento della cattura non ha opposto resistenza.

L'operazione è stata condotta dalla Polizia di Palermo insieme al Servizio Centrale Operativo (Sco) e alla Direzione Centrale Anticrimine (Dac).


PALERMO - Il super boss della mafia Bernardo Provenzano, arrestato oggi a Corleone, era latitante da oltre quarant'anni: l'ultimo contatto con la polizia risale al 9 magggio del 1963, ma la sua presenza era stata segnalata alla fine del 2003 in una clinica francese di Marsiglia, dove si era sottoposto a un intervento chirurgico sotto falso nome. Recentemente, il suo avvocato aveva ipotizzato che Provenzano fosse morto "da diversi anni".

Provenzano, appartenente inizialmente alla cosca mafiosa di Luciano Liggio insieme a Totò Riina, commise i suoi primi omicidi negli anni Sessanta, nel corso della prima guerra di mafia palermitana contro i Navarra.

Conosciuto come "zu Binu" o "u tratturì", il trattore, per la sua determinazione, prese le redini di Cosa Nostra nel '93, dopo l'arresto di Riina. Ma il suo volto è rimasto ignoto persino ai "soldati" dell'esercito corleonese, ai quali impartiva ordini tramite i cosiddetti 'pizzini', cioè i bigliettini di carta mandati ai destinatari da uomini fidati.

Il nome di Provenzano compare in decine di processi. Di lui hanno parlato tutti i pentiti di Cosa nostra, a partire dal boss di Riesi Giuseppe Di Cristina, dilungandosi sul complesso rapporto di amore-odio che lo ha legato per un quarto di secolo a Totò Riina.

Un uomo e la sua storia..

Ho concluso da qualche giorno una affascinante lettura: Leonardo da Vinci: artista, scienziato, filosofo dello scritore e storico Francese Serge Bramly (ha pubblicato comunque molteplici opere che non si limitano alla storia o alle biografie).
Un libro affascinante, ripreso ed abbandonato più volte nella lettura data la grande mole di informazioni che vengono fornite all'interno delle sue pagine. Uno stile non sempre leggero ma sicuramente elegante. A tratti lo si potrebbe addirittura confondere con un trattato di storia dell'arte, a volte con un diario del tempo.
Indubbiamente, arrivati alla fine, come spesso accade, il dispiacere dovuto alla conclusione dell'ultima pagina è certamente grande, grande come l'uomo raccontato, descritto e fotografto nel suo tempo: Leonardo.

Figlio illegittimo di un notaio e per questo costretto a dedicarsi alle arti "minori" (all'epoca la pittura ecc.), Leonardo da Vinci è stato pittore, architetto, scultore, ingegnere, studioso di scienze naturali, anatomista... Con la sua straripante varietà di interessi e di studi si sottrae a ogni cliché, per rappresentare al meglio lo spirito del Rinascimento, lo sguardo di un'epoca sull'uomo, il mondo, la natura. Ma chi era davvero Leonardo? Schiacciata da un lato della dispersione disordinata delle sue molteplici attività, dall'altro dalla sbrigativa definizione di "genio", la sua vicenda umana è passata troppo spesso in secondo piano. Serge Bramly ha dedicato più di sei anni a studiare le settemila pagine di manoscritti lasciate da Leonardo (per non parlare degli archivi storici di mezzo pianeta) per poter, finalmente, fornire quel ritratto che mancava. Seguendo passo passo le sue controverse vicende personali e artistiche in un universo rinascimentale quanto mai sorprendente, nel suo ormai esemplare studio Bramly è riuscito contemporaneamente a oltrepassare il mito e a sottrarsi all'ambiguo fascino del genio, per restituirci l'infinita e ricca complessità dell'uomo.

Non avrei sicuramente trovato parole più giuste per descrivere questa interessantissima lettura, vi lascio con una delle immagini che mi ha colpito maggiormente: la gestualità era sempre al centro dell'opera pttorica di Leonardo, dava una componente dinamica al suo dipinto, cosa che altri, al suo tempo, non riuscivano assolutamente a padroneggiare.

Parigi, Louvre

Monday, April 10, 2006

La musica dei ricordi.. ogni settimana /3



Abbiamo saltato qualche settimana però.. eccoci di nuovo..

Non servirebbe nessun commento, nessuna precisazione.. niente e ancora niente. Basta ascoltare il suono..

Credo che a qualcuno faccia piacere ascoltarla.. anche se molti, a mio avviso, hanno schiacciato parecchie volte il tasto Repeat del proprio impianto casalingo con i loro pezzi.


Non vi resta altro che ascoltare... So Far Away


Se ci fosse chi è interessato a sapere di cosa si tratta.. guardi nei commenti, penso che però sia inutile.. :-))

Buon ascolto..

Sunday, April 09, 2006

L'Uccelletto di Bocelli, Viva Radio2.

13 marzo 2006: Andrea Bocelli a Viva Radio 2 con Fiorello e Baldini. Scaricate il file audio ....

Era d'Agosto e il povero uccelletto
ferito dallo sparo di un moschetto
andò per riparare l'ala offesa,
a finire all'interno di una chiesa.

Dalla tendina del confessionale
il parroco intravide l'animale
mentre i fedeli stavano a sedere
recitando sommessi le preghiere.

Una donna che vide l'uccelletto
lo prese e se lo mise dentro il petto.
Ad un tratto si senti' un pigolio
pio pio, pio pio, pio pio.

Qualcuno rise a 'sto cantar d'uccelli
e il parroco, seccato, urlò: "Fratelli!
Chi ha l'uccello mi faccia il favore
di lasciare la casa del Signore!"

I maschi un po' sorpresi a tal parole
lenti e perplessi alzarono le suole,
ma il parroco lasciò il confessionale
e: "Fermi - disse - mi sono espresso male!
Tornate indietro e statemi a sentire,
solo chi ha preso l'uccello deve uscire!"

A testa bassa e la corona in mano,
le donne tutte usciron pian piano.
Ma mentre andavan fuori gridò il prete:
"Ma dove andate, stolte che voi siete!
Restate qui, che ognuno ascolti e sieda,
io mi rivolgo a chi l'ha preso in chiesa!"

Ubbidienti in quello stesso istante
le monache si alzarono tutte quante
e con il volto invaso dal rossore
lasciarono la casa del Signore.

"Per tutti i santi - gridò il prete -
sorelle rientrate e state quiete.
Convien finire, fratelli peccatori,
l'equivoco e la serie degli errori:
esca solo chi e' così villano
da stare in chiesa con l'uccello in mano!"

Ben celata in un angolo appartato
una ragazza col suo fidanzato,
in una cappelletta laterale,
ci mancò poco si sentisse male
e con il volto di un pallore smorto disse:
"Che ti dicevo ? Se n'e' accorto!"

Thursday, April 06, 2006

VALORE

Considero valore ogni forma di vita, la neve, la fragola, la mosca.

Considero valore il regno minerale, l'assemblea delle stelle.

Considero valore il vino finche' dura il pasto, un sorriso involontario, la
stanchezza di chi non si e' risparmiato, due vecchi che si amano.

Considero valore quello che domani non varra' piu' niente e quello che oggi
vale ancora poco.

Considero valore tutte le ferite.

Considero valore risparmiare acqua, riparare un paio di scarpe, tacere in
tempo, accorrere a un grido, chiedere permesso prima di sedersi,
provare gratitudine senza ricordare di che .

Considero valore sapere in una stanza dov'e' il nord, qual e' il nome del
vento che sta asciugando il bucato.

Considero valore il viaggio del vagabondo, la clausura della monaca,
la pazienza del condannato, qualunque colpa sia.

Considero valore l'uso del verbo amare e l'ipotesi che esista un creatore.

Molti di questi valori non ho conosciuto.

ERRI DE LUCA

Da Opera sull'acqua e altre poesie, Einaudi, 2002

PS: ...grazie Anna.

Wednesday, April 05, 2006

Trusted Computing

Qualche tempo fa ho pubblicato 3 post relazionati tra loro, uno in particolare era titolato 1984, dal famoso romanzo di George Orwell. In libreria ieri mi è capitata per caso tra le mani l'edizione economica e sono andato successivamente a scaricare l'e-book. Il destino ha voluto che stamani mi imbattessi in questo articolo (per caso si fa per dire, era un feed rss di PI su G.Reader), abbastanza tecnico sul Trusted Computing, in rispota ad uno precedente pubblicato da Antonio di punto-informatico. L'associazione che contrasta questa tecnologia ha come manifesto in rete il sito no1984.org. Lascio a voi, cari lettori, immaginare lo scenario che il TC potrebbe introdurre. Capisco che l'articolo sarà per POCHI, ma non potevo esimermi/Vi a riprendere degnamente quanto già discusso sul blog del Capitano a proposito delle libertà digitali.


Roma - Salve, vorremmo rispondere alla lettera di Antonio A. Si fa allarmismo sul Trusted Computing?. Siamo due membri del gruppo no1984.org, che si propone di fare informazione sul Trusted Computing (TC), e pensiamo che forse certi aspetti di questa tecnologia sfuggano all'autore dell'articolo a cui rispondiamo.

Per com'è stato pensato, il TC è una tecnologia che obbliga gli utenti di sistemi digitali a sottostare alle politiche di funzionamento dei sistemi imposte dai produttori hardware/software.

I meccanismi di sicurezza sventolati come essenziali per i sistemi moderni dalle aziende che fanno parte del Trusted Computing Group (TCG), sono già disponibili sotto forma di opportuni meccanismi software: firewall, cifratura (GnuPG), certificati digitali. Il TC prevede la presenza sul sistema di un chip denominato Trusted Platform Module (TPM) e noto anche come chip Fritz, che già alcuni sistemi in commercio utilizzano e presto sarà integrato all'interno delle CPU. Esso permette di attuare i meccanismi di cifratura e di controllo dello stato di "affidabilità" del sistema.

Il sistema si troverà in uno stato "trusted" se al suo avvio il BIOS (TC-compliant) ha rilevato il sistema dotato delle caratteristiche previste dal TC e successivamente il boot loader ed il sistema operativo (che devono essere anch'essi TC-compliant) hanno verificato che il sistema proviene da uno stato "trusted". Questa catena della fiducia (transitive trust) permette al sistema di determinare se sta funzionando in uno stato ritenuto "sicuro" (dai produttori dell'hardware e del software).

Il meccanismo di cifratura delle informazioni si basa sulla Endorsement Key, una chiave univoca memorizzata nel TPM da parte del produttore, alla quale non è possibile accedere dall'esterno del TPM stesso. Questo è uno dei punti fondamentali del TC: se non si è d'accordo con questo, come afferma non esserlo Antonio, non si è d'accordo con il TC.

Sebbene esistano settori in cui funzionalità avanzate di autenticazione sono necessarie e utili, come il settore militare, la Pubblica Amministrazione,... così com'è stato ideato, il TC non può essere utilizzato neanche per tali settori: se si vuol controllare una macchina esistono dei software applicativi che sono in grado di assolvere tale compito ed inoltre di chi fidarsi devono deciderlo gli amministratori dei sistemi in questione e non altri.
La sicurezza è garantita dalle policy impostate su un sistema e dal software utilizzato: è l'amministratore del sistema che deve scegliere le policy opportune per garantire la sicurezza del sistema stesso. Se le policy sono scelte da un'entità esterna, la sicurezza del sistema dipende comunque da tale entità. Le funzionalità dei sistemi governativi possono permettersi di essere controllate da qualcuno "esterno"?

L'attestazione remota non è paragonabile al Windows update di cui parla Antonio. Con l'attestazione remota si va ben oltre al controllo della versione del sistema operativo installato: si verifica da remoto lo stato di "affidabilità" di un sistema, secondo i canoni imposti dai produttori ed inoltre, visto che la Attestation Identity Key (chiave utilizzata per l'attestazione remota) è firmata con la Endorsement Key, è possibile identificare univocamente il sistema intervistato.

Se è il sistema operativo che deve difenderci dalle attestazioni remote non autorizzate, è opportuno verificare cosa fa il sistema operativo: e qui si entra nel campo della possibilità di ottenere i codici sorgenti del software.
Se il problema è, come asserisce Antonio, il closed source, si pensi a come è il TPM. È un chip. Nessuno potrà mai sapere come funziona esattamente il suo firmware: come è possibile verificarne la bontà? Il software open source ha la caratteristica che i sorgenti possono essere ricompilati e gli eseguibili così ottenuti possono essere installati sul sistema: in questo modo è possibile essere sicuri che il software che gira sul sistema sia proprio quello generato dai sorgenti forniti.

Tecnicamente è possibile utilizzare il TC per favorire un software rispetto ad altri. Che il TC non venga utilizzato per tali scopi non lo può garantire nessuno. Inoltre esso può essere utilizzato per attuare meccanismi di DRM. Ad esempio, un sistema TC potrebbe non permettere la riproduzione di un file con un determinato contenuto multimediale, grazie al fatto che in base alle politiche del relativo produttore software i riproduttori ritenuti "trusted" dal sistema operativo riconoscono il file in questione come "non riproducibile" sebbene esso sia un file tecnicamente in grado di essere riprodotto. E non sarebbe possibile riprodurlo con un altro software perché probabilmente i software in grado di riprodurlo non sono ritenuti "trusted" dal sistema operativo e quindi la loro esecuzione sarà impedita.

Le più grandi multinazionali del settore informatico facenti parte del TCG, che rappresentano praticamente quasi la totalità del mercato hardware e software, hanno la convinzione di essere loro a dettare le regole alle quali il mercato deve adattarsi e spesso questo paradigma è stato vincente. Molto probabilmente, come è sempre avvenuto in passato con l'introduzione di nuove tecnologie, la strategia sarà quella di introdurre il TC a piccoli passi, poi, quando tutti i sistemi avranno i requisisti opportuni, il TC si farà sentire sempre di più ed a quel punto sarà praticamente impossibile tornare indietro.

Quindi è opportuno mettere bene in guardia le persone sul funzionamento di questa tecnologia, la cui esistenza è sconosciuta da molti ma la cui introduzione sul mercato è già cominciata. E per questo, nonostante la rassicurazione conclusiva di Antonio nel suo articolo, noi non siamo affatto tranquilli per quanto riguarda il TC.

Ringraziamo per l'attenzione.
Cordiali saluti,

Daniele Masini
Alessandro Bottoni
no1984.org

Fonte: punto-informatico e no1984.org

Sunday, April 02, 2006

STEM CELLS RELOADED

Mi riaggancio al post pubblicato da Pastaboy ad inizio marzo e che trovate qui . Il motivo è che un caro amico di cui non faccio il nome per non violare la sua privacy (si sposa tra meno di un mese!) mi ha scritto alcune interessanti domande in email e, dopo averne discusso con il Don, per quanto mi è possibile vorrei pubblicamente condividere la discussione. Premetto che quanto scrivo viene avvallato da fatti e non si tratta delle mie elucubrazioni mentali.

E' vero che le staminali embrionali sono tanto promettenti?
in linea "teorica" sono + "flessibili" della controparte adulta. A mio avviso per una ragione ben precisa. Semplificando, l'entita' che si forma dall'incontro tra lo spermatozoo e la cellula uovo comincia a dividersi e si forma una massa nota come blastocisti; a questo punto viene deciso lo sviluppo spaziale e temporale del futuro organismo (prima ancora che questo avvenga!). Si vengono a creare 3 distinte "linee" cellulari: endoderma, mesoderma ed ectoderma. Ciascuna delle quali migra secondo un "piano specifico", formando delle invaginazioni e costrizioni ed andando a produrre diversi strutture e tessuti: l'ectoderma produrra' il sistema nervoso e l'epidermide; il mesoderma generera' i muscoli -incluso il cuore-, le ossa e le componenti del sangue mentre l'endoderma è responsabile di alcuni organi interni tra cui intestino, polmoni e fegato. Se si lavora con staminali adulte si incontra a mio avviso un problema:
andare ad isolare in un organismo adulto le "giuste" staminali per svolgere una specifica terapia, dal momento che non è stato rigorosamente dimostrato che cellule staminali mesenchimali possano sostituire cellule staminali endoteliali. A livello embri8onale, invece, ci sono meno cellule con cui lavorare e la caratterizzazione è in linea teorica + semplice. E' comunque possibile.
AD ESEMPIO
Cellule staminali mesenchimali, possono aiutare a riparare i tessuti danneggia dall'artrite: sono in grado di trasformarsi e differenziarsi in diversi tessuti connettivi, quelli maggiormente intaccati dalla malattia che colpisce le cartilagini e le ossa. Finora, le MSCs erano ottenute solo dal midollo osseo, con un procedimento invasivo, doloroso e costoso. Ora, invece, gli scienziati sono riusciti per la prima volta a ottenere queste staminali adulte dal periostio, uno strato di tessuto connettivo che ricopre le ossa. E queste cellule, perfettamente assimilabili alle staminali adulte mesenchimali, sono in grado di riparare cartilagini, muscoli e ossa nei malati di artrite. Nello specifico, i ricercatori sono riusciti a ottenere campioni di cellule del periostio dalla tibia di 12 donatori umani di età compresa tra i 24 agli 83 anni. E li hanno sviluppati in coltura. Le staminali così ottenute sono state poi iniettate in alcuni topi di laboratorio, riuscendo a ottenere la crescita di tessuti e la rigenerazione dei muscoli.
OPPURE
Le cellule estratte dai testicoli umani potrebbero in futuro sostituire le staminali embrionali ai fini terapeutici. Secondo gli scienziati, la stessa cosa potrà essere fatta intervenendo sui testicoli umani, con una semplice biopsia. Un risultato che garantirebbe la possibilità di coltivare cellule staminali a fini terapeutici geneticamente compatibili con chi ha bisogno di cure, ma senza intervenire sugli embrioni umani ed evitando così gli ancora irrisolti problemi scientifici ed etici. Il grande passo avanti è stato accertare che questa capacità straordinaria ai fini terapeutici rimane intatta anche nelle cellule dei testicoli dei topi adulti.
PER LA PAR CONDICIO TRA I SESSI:

Cellule staminali prelevate dal sangue mestruale e dal cordone ombelicale si comportano in modo molto simile alle cellule del muscolo cardiaco, tanto da poter diventare nuove fonti alle quali attingere per riparare il cuore danneggiato dall'infarto. Nel primo studio le cellule staminali della parete che riveste l'utero (endometrio) sono state isolate nel sangue mestruale raccolto da sei donne. Studiando il comportamento di queste cellule, i ricercatori si sono accorti che, al momento del prelievo, circa la meta' di esse si contraeva simultaneamente: un fenomeno che ha suggerito l'esistenza di una sorta di comunicazione elettrica fra le cellule molto simile a quella che esiste fra le cellule cardiache.

E' vero che per colpa del referendum di quest'anno in italia rimarremo indietro rispetto al resto del mondo ?
L'italia purtroppo non ha molta voce in capitolo. C'è da dire che una petizione è stata depositata al Parlamento Europeo da parte della associazione Luca Coscioni affinche' il SETTIMO PROGRAMMA QUADRO (2006-2010) confermi la possibilita' di finanziare ricerche che utilizzano embrioni sovrannumerari e la tecnica del trasferimento nucleare (nota anche come clonazione terapeutica)....VEDREMO

Ci sono studi su animali che mostrano che le staminali embrionali sono veramente così importanti per curare tumori o altre malattie ?
Epilessia, Parkinson, diabete, lesioni alla spina dorsale.....

Aggiungo poi una nota personale sulle grandi compagnie farmaceutiche, secondo ulcuni il Male della nostra societa'. Indubbiamente le cellule staminali daranno una forte sterzata al metodo tradizionale di produrre farmaci. Non si tratta + di avere una molecola attiva ma di lasciar fare il lavoro di riparazione alle cellule stesse. Se le compagnie farmaceutiche non decidono ad investire, il tutto si risolve con un nulla di fatto.

Volutamente non ho toccato aspetti etici. Non perchè non siano interessanti, intendiamoci, bensi' perche' mi era stato chiesto un parere oggettivo. Per chi ne volesse sapere di +, consiglio una visita al portale di MOLECULARLAB.
che vanta una sezione di notizie aggiornata e rivolta a tutti e non solo agli addetti ai lavori.

alla prossima

UJACK