Thursday, February 14, 2008

Da Paperino al foie gras

Molti di noi sono cresciuti leggendo le avventure del paese di Paperopoli...chi non ha tifato per il goffo Paperino o non ha appreso i primi rudimenti di capitalismo dalla Numero Uno di zio Paperone? Crescendo, ad alcuni il palato si è a tal punto raffinato da spingerli a ritenere il foie gras una prelibatezza esclusiva...ma forse non tutti sanno come effettivamente viene prodotto.
Pertanto, nonostante la crudezza della descrizione, mi corre l'obbligo di riportare quanto segue, tratto dalla rivista della Lega Anti Vivisezione (LAV), Impronte.

Il foie gras è il prodotto della steatosi epatica, patologia indotta negli animali: il trattamento dura dalle 2 alle 4 settimane durante le quali viene sparata direttamente nel gozzo degli animali, dalle 3 alle 8 volte al giorno, una palla di mais cotto e salato del peso di circa 400/500 gr (come se una persona di 80 Kg fosse costretta a mangiare 20 Kg di spaghetti al giorno). Una prova di questa tortura è stata effettuata in una tv olandese su un volontario, il dj Giel Beelen, il cui filmato è disponibile su nl.youtube.com.
L'ingozzamento è praticato attraverso un tubo metallico di circa 28 cm che viene infilato nella gola dell'animale causando, tra l'altro, soffocamento, frattura del collo e lesioni del gozzo con conseguenti infezioni.
In Italia, dal marzo scorso, è vietata la crudele pratica dell'ingozzamento forzato di anatre e oche, come in Polonia e Israele.
Il maggiore produttore di foie gras è la Francia, seguita da Belgio, Bulgaria e Ungheria.

Parafrasando Pascal, credo si possa dire che il cuore ha le sue ragioni, che il palato non conosce.

Al di là delle non semplicistiche ragioni che contrappongono vegetariani e carnivori, credo infatti che si debba cominciare a distinguere tra ciò che dobbiamo/vogliamo mangiare per una sana ed equilibrata dieta e ciò cui possiamo rinunciare sapendo che il sollazzo di una cena ci viene offerto a fronte di una enorme sofferenza di altri esseri viventi.


2 Comments:

At 19/2/08 4:33 pm, Blogger Union-Jack said...

aggiungo una precisazione: un carissimo amico di Tolosa, forse una delle maggiori produttrici di patè, mi ha precisato che in passato (leggasi tuttora) i piedi delle oche venivano inchiodati a terra affinche' non fosse loro permesso tanto di bruciare calorie quanto di sottrarsi all'ingozzatura.

poi aggiungo una provocazione: perche' le anatre vanno tutelate ma polli, maiali, cavalli e affini invece no? pochi giorni fa proprio il TG5 ha mandato in onda un servizio sul trasporto degli animali verso la macellazione...povere bestie....noi non loro!

 
At 25/2/08 4:56 pm, Blogger Buridone said...

aggiungo: granchi, aragoste e affini, cui vengono legate le chele e che passano le ultime ore della loro vita incastrati tra due vetri a gelarsi sul ghiaccio in attesa di essere "scelti"...

se non sbaglio sono stati posti dei paletti di tollerabilità circa il trasporto di animali, o quantomeno sullo spazio vitale che deve essere garantito all'interno delle gabbie. non molto ma già qualcosa.

 

Post a Comment

<< Home