George Orwell e le libertà digitali.
George Orwell (Motihari, India, 25 giugno 1903 - Londra, 21 gennaio 1950) pseudonimo di Eric Arthur Blair, scrittore e giornalista inglese. Conosciuto come opinionista politico e culturale, ma anche noto romanziere, Orwell è uno dei saggisti di lingua inglese più diffusamente apprezzati del ventesimo secolo. Probabilmente è meglio noto per due romanzi scritti verso la fine della sua vita, negli anni '40; l'allegoria politica de La fattoria degli animali e 1984, il quale descrive così vividamente una distopia totalitaria che l'aggettivo "orwelliano" viene oggi usato per descrivere meccanismi totalitari di controllo del pensiero. Orwell condusse sempre la sua attività letteraria in parallelo con quella di giornalista e attivista politico. Si definì sempre socialista ma le sue forti critiche all'Unione Sovietica ed allo stalinismo lo portarono a scontrarsi con una parte della sinistra dell'epoca.
Dal post del Grande Fratello, alla limitazione delle libertà del cittadino, non ultime quelle digitali.
Si tenta di creare, per ognuno di noi, un fascicolo digitale, estorcendo dati alle più grosse compagnie del settore, il tutto sotto la "solita" bandiera della lotta alla pedopornografia, eterno spauracchio insieme al terrorismo. L'intento è lodevole. Peccato che storicamente, la tentazione sia sempre quella di affrontare certi problemi in maniera non puntuale, ma con leggi ad ampio spettro che vanno a limitare pesantemente la libertà di parola. Leggi che, soprattutto negli Stati Uniti, vengono continuamente rese nulle dai tribunali per incostituzionalità.
Un altro problema di un approccio tipo "pesca a strascico dei dati" è che le cose non si fermano
Quindi il Grande Fratello esiste eccome, e non è di certo la pagliacciata che vediamo tutti i giorni sui canali Mediaset; tanto più è forte il suo occhio invadente e cinico, tanto più saranno limitate le nostre libertà. Pensate alla quantità di traccie in formato digitale lasciate ogni giorno attraverso internet, attraverso il cellulare, con l’utilizzo dei servizi bancari (bancomat e carte di credito) e altro ancora.
Siamo costantemente tracciati, è una necessità ovviamente, ma c’è chi vorrebbe approfittarne.
E si finisce per tornare indietro nel tempo, meno liberi, più paranoici e tutti uguali, schedati e prigionieri di un server il cui amministratore non ha ne patria, ne volto, ne umanità.
Non vorrete mica tornare nel 1984 di Orwell?
2 Comments:
Chiunque sia stato in Inghilterra, o meglio a Londra, è incappato almeno in una telecamera a cisrcuito chiuso...sono ovunque. Ben venga se queste sono utilizzate per riconoscere e magari prevenire eventuali terroristi. Chiunque abbia un telefonino è rintracciabile in qualsiasi momento, le carte di credito/debito lasciano traccia ovunque...e poi se prendi Un velox nn ti mandano più la foto a casa per via della privacy...non è un controsenso? Qualunque iscrizione o simili richiede l'accettazione del trattamento dati personli, oggi anche sul Curriculum Vitae devi dichiarare di accettare il trattamento dei dati personali,a causa della legge sulla privacy....ma che senso ha? Io non sempre lo capisco!!
Per Redlady:
abbiamo attivato l'email del blog.
Manda il tuo contatto, poi aspetta....
*pitti
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