Questa Storia
Ultimo si chiamava così perché era stato il primo figlio.
- E Ultimo -, aveva subito precisato sua madre, appena ripresi i sensi dopo il parto.
L’autore è tutto concentrato in questo periodo di apertura. O almeno in esso è ben sintetizzato.
Di tutti i suoi romanzi, non tantissimi a dire il vero, questo è sicuramente il più “realistico”, nel senso che si articola in uno spazio ed in un tempo definito sviluppandosi nell’arco del secolo scorso attraverso la geografia nota.
La struttura è originale, almeno per Alessandro Baricco. Nei vari capitoli l’io narrante non è mai il reale protagonista della storia così come Ultimo Parri non si racconta mai in prima persona, ne consegue una legittimazione del ruolo di personaggio focale dall’ombra d’oro.
L’uso che della parola fa l’autore è come sempre affascinante. Rispetto ad altri romanzi come City od Oceano Mare vi sono sicuramente meno iperboli ma c’è forse una maggiore precisione.
Più gaddiano, più ungarettiano se possibile.
Lo sappiamo, Baricco è un autore assoluto c’è chi lo ama e chi lo detesta. Non sta a me decantarlo o denigrarlo; mi limito, per chi lo ama, per chi lo odia o semplicemente per chi non lo conosce a riportare alcuni stralci della sua ultima opera.
In quella severità, e in quella assenza totale di dubbi, vi era quanto suo padre gli aveva insegnato dell’essere padri: che è saper camminare senza mai voltarsi.
Con la testa seguiva il ritmo delle curve: sotto il sedere sentiva la spinta della forza centrifuga e nelle mani la frusta delle sbandate. In vita sua aveva fatto si e no quattro chilometri in automobile, ma conosceva tutto quello. Giacchè il talento vero è possedere le risposte quando ancora non esistono le domande.
Nella mente ragazzina capace di un simile assioma – che fosse la strada a domare le automobili, e non il contrario – era già inscritta tutta una vita. Curioso come la gente sia già se stessa ancor prima di diventarlo.
[libri]
6 Comments:
Apettavo al varco il post della Tatta.
Bene, adesso me lo leggo....poi leggerò anche il libro...poi magari farò anch'io la mia recensione.
A vossia!
Per chi fosse interessato al libro, dopo aver letto la recensione della Tatta, può trovare molte info sul sito:
www.oceanomare.com
Mentre sul sito della Fandango potete leggere l'overture al libro(in pdf).
Seguite il link:
http://questastoria.fandango.it/leggi/01_Ouverture.pdf
L'altro giorno ero in libreria e mi sono guardato le 3 diverse copertine con cui viene venduto il libro.
Mi sono trovato subito di fronte alla scelta della copertina....
StarPitti
Tatta ha pienamente ragione
Così come si può amare l'autore.. lo si può anche odiare.
A me è successo leggendo Barnum 2..
un odio cordiale direi.
Mi hai incuriosito..
Farò la precisina: A) le copertine sono quattro (a mio giudizio la più rappresentativa è la più vista, quella con la macchina; ma non è male neppure quella con la strada, per chi poi lo leggerà il senso è chiaro); B) Barnum (1 o 2) non è assolutamente rappresentativo della sostanza di Baricco, ma al più della forma, che in effetti può generare prurito da insofferenza. Se ci stai a farti incuriosire, a parte Questa storia, un viaggio pazzesco è Oceano Mare, tanto per cominciare. Se ti prende e il viaggio ti soddisfa, salta dentro a City e innamorati perdutamente di Gould e Shatzy Shell (niente a che vedere con quello della benzina).
Beccato dal Buridone!
Effettivamente le copertine sono 4 ma stranamente, nella libreria del Centro Nova dove sono stato, le avevano tutte eccetto quella che ha postato la Tatta. Boh, in effetti, leggendo la trama, è rappresentativa. Cmq vedremo.
Ciao Buri!
Grazie per il consiglio Buridone..
:-)
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