Wednesday, February 01, 2006

Meditate che questo è stato... perchè non accada mai più.

Mi riallaccio a quello che è stato scritto qualche giorno fa, mandando nell'etere lo stralcio di una mail inviatami quest'estate da un'amica che ha vissuto per tre mesi in Israele. Si tratta del racconto di un volontario francese.
Il giorno della memoria serva per ricordarci che le vittime sono divenute carnefici. Che ancora una volta i più deboli vengono oltraggiati.
C'è un muro in una terra lontana, alto 9 metri. Ci sono soldatini ventenni e sbruffoni che tengono ogni giorno nelle loro mani le vite di innocenti civili. C'è una pace che non si fa trovare.

"Vi scrivo sotto l’onda dell’emozione seguita alla scena a cui ho assistito ieri pomeriggio. Mi ero sistemato nei pressi di uno dei passaggi tra Abu-Dis e Gerusalemme, facendo fotografie alle scene dei controlli effettuati dall’esercito.
C’era una breccia scoperta dai Palestinesi. I soldati Israeliani per rendere inaccessibile il passaggio avevano installato del filo spinato.
Con delle cesoie i soldati stavano tagliando il filo spinato. Mi sono detto che stavano aprendo il passaggio. Ma mi sono presto disilluso. Tagliavano dei pezzi per spargerli lungo tutto il passaggio per renderlo quasi impossibile..Molte persone hanno cominciato a provarci, ma molto presto hanno rinunciato e sono tornati indietro.
Due bimbi avrebbero voluto rientrare a casa ad Abu-Dis passando nella breccia ma hanno rinunciato e sono andati a cercare un altro passaggio.
Poi sono arrivate tre piccole bambine che hanno provato a passare attraverso il filo spinato. I soldati le guardavano fare, invece di dirgli di passare altrove.
Ovviamente il filo spinato si è immediatamente aggrovigliato ai loro vestiti. Le più grandi sono riuscite senza farsi troppo male, dopo molte contorsioni. Ma la più piccola si è ritrovata incastrata dal filo spinato. Si è messa a piangere.
Io non sono riuscito a sopportare di sentirla piangere con i soldati che ridevano per la situazione. Ho smesso di far foto e mi sono infilato sotto il filo spinato per aiutarla a liberarsi. Altre persone dall’altra parte l’hanno aiutata e l’abbiamo fatta passare. Ovviamente i vestiti erano distrutti e il faccino era pieno di graffi.
Questa inumanità mi rivolta. E queste persone vivono quotidianamente situazioni simili.
Non ci sono grandi cambiamenti nella vita quotidiana della gente che vive a Gerulalemme.


Tutto il mondo è focalizzato sull’evacuazione di Gaza. Questo distoglie l’attenzione dai problemi reali del muro, della colonizzazione, della situazione di Gerusalemme. Non credo che ci siano i margini per essere ottimisti sugli anni a venire.
Il sole inonda questa terra ingrata, l’economia israeliana va meglio, George sostiene Ariel, l’Europa se ne fotte, i paesi arabi anche… si può dormire tranquilli. Criticare la politica di Israele significa essere antisemiti!Come può un popolo che ha sofferto per duemila anni per esili, persecuzioni, pogrom e la shoah, comportarsi in questo modo. So anche che gli Israeliani non si comportano tutti così."


Con la speranza che questo squarcio di cielo si apra al più presto!!!


4 Comments:

At 1/2/06 6:32 pm, Blogger Black Paul said...

Hai colto nel segno, mi riferisco al commento che ho lasciato al post da me pubblicato qulch giorno fa...

Un saluto e.. benarrivata...

 
At 1/2/06 11:01 pm, Blogger StarPitti said...

Un contributo d'inizio molto prezioso e particolare. Le immagini ed il racconto che hai voluto condividere continuano, ed ampliano, i discorsi dei post del giorno della memoria.

Per chi non avesse ancora letto il tuo commento al post di Maggia può farlo adesso.

La storia si ripete e l'immagine dei perseguitati che diventano carnefici è molto forte. Non credo, come dice il volontario francese, che tutti gli israeliani siano così, e non credo che tutti i palestinesi perseguano il diritto alla terra e alla vita nel giusto modo.

Le foto, concedimelo anche se non è l'aggettivo adatto al soggetto che ritraggono, sono bellissime. Tanto per fare un paragone storico, l'immagine del muro mi colpisce particolarmente; mi ricorda l'unico km del muro di Berlino ancora in piedi che ho potuto vedere durante il mio viaggio per l'Europa di qualche anno fa. Anche a Berlino ogni porzione di muro ritrae squarci e istanti di una vita senza barriere, senza guerra. Una su tutte, la Trabant (famosa auto dell'est) che sfonda di prepotenza il muro. Dei centinaia di km che circondavano Berlino est rimane solo quello spezzone in periferia a testimoniare la situazione prima del 1989. Speriamo in una Gerusalemme aperta dove i bimbi possano correre liberi lontano dal filo spinato, visto che la storia si ripete....

Shopgirl benvenuta del mondo dei blogger. Mi sembra che ti riesca molto bene.....

Non ti sembra entusiasmante e gratificante poter scrivere in modo che gli altri possano condividere e contribuire al discorso?

Il Buridone, sono sicuro, è d'accordo con me. E anche Maggia....

 
At 2/2/06 7:09 pm, Blogger Buridone said...

Sulla funzione sociale del blog, di cui mi ha resa edotta Starpitti coinvolgendomi in questo e facendomi leggere un ottimo articolo, ho già espresso la mia esaltazione.

Sul post posso solo dire che fino alla seconda intifada ero spudoratamente filoisraeliana, per N motivi, non ultimo uno splendido viaggio in Israele nel 2000 che mi ha aperto squarci e visioni inimmaginabili sulle prodezze che gli ebrei hanno compiuto in questi anni su quella terra. Da allora, in un crescendo di violenze da entrambe le parti, le ragioni originarie si sono confuse e i progressi sociali e civili di Israele sono stati offoscati dalla sua condotta verso i palestinesi.
Non smetto MAI di sperare di poter tornare, un giorno, in quelle terre, in pace o, almeno, in sopportazione reciproca.

 
At 15/2/06 2:32 pm, Blogger King said...

Ottimo lavoro Shopgirl. Non facile trattare un argomento cosi' tristemente complesso. Le parole di chi in quel contesto vive, credo siano il modo piu` efficace...

 

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