Thursday, April 27, 2006

L'arte è sempre quella

L'arte di perdere s'impara presto;
tante le cose col segreto intento
di andare perse, che non è un disastro.

Perdi una cosa al giorno. Con malestro
accetta chiavi perse, un'ora al vento.
L'arte di perdere s'impara presto.

Perdi di più, più in fretta; al peggio apprestati:
luoghi e nomi e dov'è che avevi in mente
di recarti. Non sarà mai un disastro.

L'orologio di mamma ho perso; e questa!
che è l'ultima di tre case nel niente.
L'arte di perdere s'impara presto.

Ho perso due città, belle. E, più vasti,
altri regni, due fiumi, un continente.
Mi mancano, ma non è poi un disastro.

Anche perdere te (la voce, il gesto
amato) non mi smentirà. E' evidente:
l'arte di perdere fin troppo presto
s'impara, e sembra (scrivilo!) un disastro.

Elizabeth Bishop - da Miracolo a colazione, Adelphi


(per Nicola, che ci visita ogni tanto, e per Anna, che ho l'impressione sappia di cosa stiamo parlando)

2 Comments:

At 3/5/06 6:02 pm, Blogger Buridone said...

io credo che tutto stia in quel SEMBRA dell'ultimo verso.

è senz'altro un memento, un invito a prepararsi a ciò che è inevitabile. è una preparazione lunga una vita, giusto il tempo di imparare e poi a perderti sei tu.

ma c'è sempre qualcosa (appunto un colore che sbuca inaspettato, un suono sottofondo, un profumo che sorprende), per i più fortunati qualcuno, che ti offre una scusa per non credere che sia tutto perduto.

sembra un disastro.
ma non lo è.

 
At 8/5/06 5:24 pm, Blogger Buridone said...

io che sono ancora in tempo

sarei meno ossessionata
dall'ordine.
dalla pulizia.
dall'allineamento dei quadri alla parete e dei libri sulla scrivania.
dalla stiratura di colletti e polsini.
dalle formiche in cucina.
dall'abbinamento scarpe borsa.
dal non riuscire a dire di no.

buon viaggio nadine.

 

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