Saturday, July 22, 2006

SPROPORZIONATA? DITE LA VERITÀ, PER VOI ISRAELE NON PUÒ PROPRIO DIFENDERSI

Questo editoriale su Israele del senatore della Margherita e fondatore del Riformista, Antonio Polito, che non è stato accettato dal Riformista, giornale da lui fondato, è apparso il 18 luglio 2006 sul Foglio… Leggere, meditare e commentare.
P.S. il link è alla pagina principale del quotidiano perchè per accedere all'archivio, che conserva il presente articolo, è necessaria una registrazione.
"Che cosa dovrebbe fare Israele? Tolti gliantisemiti, che pure ce ne sono tanti, tutti a sinistra ripetono che "ha il diritto di difendersi", ma la reazione è "sproporzionata" (è addirittura "squilibrata" per Putin, che evidentemente si ispira al modello di equilibrio da lui stabilito in Cecenia). Va bene, discutiamo di questo: Israele ha il diritto di difendersi ma dovrebbe farlo in altro modo. Quale? Gli attacchi e i rapimenti di soldati che hanno scatenato questa crisi sono partiti da Gaza e dal sud del Libano. Si tratta dei due fiori all’occhiello della politica dei "ritiri unilaterali" di Israele. Dal Libano si ritirò Barak nel 2000, da Gaza Sharon nel 2005. Prima di quei ritiri Israele si difendeva occupando militarmente quelle terre. Non mi pare che gradissimo molto neanche quell’altro modo di difendersi. Due generali diventati premier ebbero coraggio, e se ne andarono. Si ritirarono dietro confini non fissati unilateralmente, ma riconosciuti dall’Onu. Andando via dal Libano ottemperarono a una risoluzione delle Nazioni Unite che, allo stesso tempo, imponeva lo smantellamento della milizia armata di Hezbollah. Si sa che la sinistra europea si inchina sempre alle decisioni dell’Onu, ma non risulta che si sia battuta molto per il rispetto di quella. Così Hezbollah, nato come un movimento di resistenza contro l’occupazione straniera, si è trasformato in un esercito di aggressione, in grado di reggere una guerra simmetrica con Israele grazie alle armi iraniane e siriane. Che dici, Giordano, vogliamo mandare i Caschi blu a disarmarli? La sovranità del Libano è una barzelletta, poiché la sua frontiera è affidata a un esercito privato di fanatici. Ed è sensazionale che nella sinistra italiana, pronta a scattare a ogni ingerenza politica del Papa, si possa provare simpatia per una cosa che si chiama il "partito di Dio". Dunque Israele ha il diritto di difendersi, ma non così. Come, allora? Le alternative sono varie. La prima è quella che propugna la destra israeliana: non ritirandosi, e magari rioccupando. Ricordo alla sinistra italiana che la politica del ritiro unilaterale ha distrutto nelle urne la destra israeliana, lasciando Netanyahu con dodici miserabili seggi alla Knesset, e dando vita a una coalizione composta da Kadima, il partito fratello dei Dl di Rutelli, e dal Labour, il partito fratello dei Ds di Fassino. Ricordo alla sinistra italiana che il ministro della difesa di Israele, che comanda le operazioni militari, siede nell’Internazionale socialista. Una possibile alternativa all’attacco al Libano è dunque la sconfitta della Kadima dei ritiri e il ritorno al Likud delle occupazioni. E’ questo che volete? Convincere gli israeliani che ritirarsi è stato un tragico errore? Oppure c’è un’altra alternativa. Tutti riconoscono che Hamas e Hezbollah operano con l’assistenza e talvolta con la guida di Damasco e Teheran. Israele potrebbe difendersi con rappresaglie in Siria e in Iran. Sarebbe più proporzionato?
Oppure ancora c’è una terza alternativa: dare la caccia ai capi del terrore, risparmiando i civili. Omicidi mirati? Mossad scatenato? Extraordinary renditions dei terroristi in ogni angolo del medio oriente? Chiediamo al Sismi di dare una mano? Ma no, risponderebbero i teorici del diritto di difendersi altrimenti: l’altro modo è la pace con i palestinesi, due popoli due stati. Solo la chiusura definitiva della ferita può eliminare il male. Giusto. E perché, Israele non ci ha forse provato? Non ci ha provato con Rabin prima e con Barak poi? Non ha firmato a Oslo? E qual è il governo che oggi non riconosce quegli accordi, quello di Gerusalemme o quello di Hamas? Se però si escludono tutti questi modi alternativi di difendersi, resta solo una possibilità logica: e cioè che Israele non abbia in realtà il diritto di difendersi. Siate onesti, ditela tutta. E’ questo il problema. Israele non ha il diritto di difendersi perché la sua stessa esistenza è un’offesa, perché quella terra non era degli ebrei ed è stata rubata a un popolo che, finché Israele non è nata, non sapeva neanche di essere una nazione, non aveva uno stato e nemmeno lo rivendicava. Lo stato di Israele è una "realtà oggettiva disegnata col compasso", come scrive Scalfari, ma fonte di così tante noie e fastidi per noi europei, e di così tante sofferenze per i suoi nemici. I quali, almeno, hanno nei loro cuori la speranza. Essi possono dire ai figli: non sarà adesso, non sarà tra una generazione, ma prima o poi li butteremo a mare, perché noi saremo sempre di più e loro sempre di meno. Un israeliano di Haifa questa speranza ai figli non può darla. Può solo dir loro: continuate a difendervi, anche se la vostra capacità di farlo, la nostra deterrenza, diminuisce giorno dopo giorno, a ogni nuovo razzo Fajr che arriva da Teheran, a ogni nuovo missile Silkworm cinese, a ogni passo in avanti verso la bomba degli ayatollah. Non vorrei proprio essere un padre in Israele. "

Antonio Polito, senatore della Margherita


7 Comments:

At 22/7/06 1:25 pm, Blogger Black Paul said...

13:16 L'ANSA sta battendo questa noyizia:
Ancora bombe sul Libano, al sud, Beirut e Tripoli. Incursioni da terra. Continua l'esodo degli sfollati. Bush invia armi ad Israele

BUSH INVIA ARMI AD ISRAELE!!!

Evidentemente per Bush, che non significa per l'ONU, israele ha il diritto di difenderesi in questo modo, smisurato.

 
At 22/7/06 2:01 pm, Blogger Ambisinistro said...

La cosa sconvolgente è che con qualche indagine potremmo scoprire che anche molti paesi europei, tra cui Italia, Francia, Germania, Spagna, Russia e non europei, tra cui Cina, Iran, Siria, stanno inviando armi ad uno dei due contendenti: probabilmente, qualcuno le sta inviando ad entrambi.

Quello che intendo dire è che le armi di Bush sono cattive come quelle che arrivano dalle altre nazioni. Tutti fomentano la guerra per lucrarne.

Ma discorsi pragmatici a parte, dal punto di vista teorico e sempre che sia stato letto il contenuto dell'articolo presentato, come si misura la proporzionalità di una risposta armata?

 
At 23/7/06 6:28 pm, Blogger Black Paul said...

I contenuti di quanto esposto li ho letti "fino in fondo" e posso dire che personalmente non mi trovo nella posizione di poter sancire, io, quali siano reazioni misurate o smsurate. Da quanto però riesco a sentire e leggere dalla carta stampata, tutto ciò che sta succedendo è causato da un rapimento di soldati israliani (limitiamoci a questo). Diciamo allora che questo è stato il pretesto per poter lanciare qualche razzo sul Libano. Rimanendo tale il presupposto, e il prestesto, considero la reazione di Isralele non proporzionale a quanto è stato imputato agli Hezbollah. Mi "meraviglio" (ironicamente) ancora di più ora che mi hai detto che alre nazioni stanno inviando armi. Le stesse nazioni che hanno commentato, storcendo il naso: "Israele non sarà più grane dopo aver schiacciato il Libano" (D'Alema). Forse, stagnando nella mia magnifica ignoranza, continuerò a chiedermi perchè in questo caso non siano ancora state mandate truppe di "pace" a sedare la disputa.

 
At 25/7/06 6:16 pm, Blogger Ambisinistro said...

Mitico Black Paul! Ho lasciato un commento ieri molto approfondito, ma un baco di blogger.com mi ha fatto perdere tutto il lavoro. Dopo non sono più riuscito a loggarmi.

Provo a riassumere il senso del mio commento di ieri, nella speranza che anche altri esprimano la loro opinione.

Sui pretesti che hanno innescato il conflitto si è trattato inizialmente di un rapimento di soldati israeliani da parte di hezbollah.

A cui a fatto seguito, da parte di Hezbollah, di installazione di lanciamissili in territorio cittadino popolare e popoloso con cui hanno bombardato alcune località della galilea: ripeto, i lanciamissili sono stati installati in città!

Concordo con te con la reazione di israele non è stata proporzionale, anche se in un conflitto in cui prevalgono sempre e solo le ragioni dell'escalation è difficile sancire un criterio di proporzionalità. Non mi pare che nemmeno chi installa i lanciamissili in un quartiere popolare abbia chiarissimo il concetto di proporzionalità: direi, anzi, che non gliene può fregare di meno.

Mi è parsa una delle solite "provocazioni" a cui è sottoposto l'artificiale (voluto dall'europa, dagli stati uniti, dalla russia e dallo stesso ben gurion) stato di israele da parte delle popolazioni beduine confinanti che si sono accorte di essere uno stato solo dopo che israele è stato insediato in quei territori.

Adesso riassumo il senso dell'intervento di ieri nel prossimo commento, per evitare che mi ricapiti la stessa cosa...

 
At 25/7/06 6:38 pm, Blogger Ambisinistro said...

Il senso dell'intervento è che con la scusa che israele è una nazione democratica, ricca e sviluppata, noi europei non gli stiamo dando nulla per aiutarli. Mentre donazioni di carattere economico, militare hanno fatto sempre parte della politica europea nei confronti dei paesi del medio-oriente. Basti citare il fantasmagorico tesoro di Arafat, degli aiuti ai palestinesi finiti regolarmente ad Hamas, o per citare un altro esempio del fatto che il regime degli ayatollah iraniani sta usando gli aiuti economici provenienti dall'europa per dissuaderli dal portare a termine il loro programma nucleare proprio per finanziare il loro programma nucleare. Insomma, stiamo finanziando il programma nucleare di uno stato che ha dichiarato ufficialmente di voler provvedere allo sterminio e alla cancellazione della popolazione e dello stato ebraico.

Il sen. Antonio Polito voleva sottolineare che questa situazione non è sostenibile sul lungo termine da parte di israele... Israele ha la tecnologia, i soldi, le armi e la democrazia, gli altri hanno un sacco di aspiranti suicidi pronti a farsi ammazzare per distruggere israele.

In altri termini, nel lungo periodo israele è spacciato. E questo i loro avversari lo sanno. Per loro è solo questione di tempo. A questo punto occorre una buona definizione di proporzionalità...

 
At 25/7/06 7:27 pm, Blogger Buridone said...

è con grande soddisfazione (posto che di soddisfazione si possa parlare per un tema così caldo) che leggo l'articolo di polito (uomo di sinistra, al di là di ogni ragionevole sospetto...non stiamo parlando di mastella)e i successivi commenti assolutamente condivisibili perchè dotati del carattere di oggettività di ambisinistro.

il fatto iniziale, ossia il rapimento di militari israeliani, deve necessariamente essere considerato come indicativo e prodromico rispetto al piano criminoso di hezbollah. questa accozzaglia di fanatici era assolutamente consapevole di quale sarebbe stata la reazione di israele che, proporzionata o meno, era assolutamente prevedibile. questo significa che hezbollah ha coscientemente e volontariamente esposto la sua gente, i civili, ad una reazione durissima che non poteva non provocare conseguenze nefaste. a conferma di ciò,la successiva installazione dei missili in città, esempio subdolo e all'ennesima potenza di scudo umano, come a dire: la reazione di israele sarà necessariamente devastante per il popolo libanese e altrettanto necessariamente sarà criticata dai difensori a oltranza dei poveri arabi.

ma vogliamo guardare la cartina geografica, per renderci conto che israele è grande come un fagiolo sputato in una insalatiera fatta solo di stati che desiderano per ragioni economiche e religiose (stessa cosa, a volte) il suo annientamento?

con quale coraggio noi, al sicuro sotto i nostri ombrelloni in riva al mare, possiamo dire che la reazione è stata sproporzionata? se oggi rapiscono due soldati israeliani e noi non facciamo niente, domani cosa ci capiterà? quanto tempo passerà prima che rapiscano civili o invadano la nostra terra (che, giusto per inciso, non è verde e rigogliosa per caso o fortuna, ma perchè gli israeliani hanno saputo uscire dalla misera condizione di gente con le pezze al culo di quando sono arrivati, mentre ai vicini stati arabi fa un bel po' comodo tenere il proprio popolo in stato di povertà e ignoranza perenne)???

 
At 25/7/06 9:45 pm, Blogger Ambisinistro said...

Condivido il punto di vista di Buridone, che mi pare abbia colto appieno il senso dell'articolo di Polito.

 

Post a Comment

<< Home