Wednesday, October 25, 2006

Primo Carnera compie 100 anni.


Interessante articolo biografico pubblicato online sul Sole.
Dettagli sulla vita del più grande pugile italiano di tutti i tempi, con un pizzico di nostalgia e molti riferimenti storici al periodo fascista in cui il pugile è divenuto, prima un modello di comportamento e poi impietosamente un motivo di vergogna.

Fu chiamato il “gigante buono”, il “colosso dai piedi d’argilla”, e anche, dai suoi critici “torre di gorgonzola”, ricordando le origini friulane. Primo Carnera, però, secondo il giudizio del grande Nino Benvenuti, è stato il maggior pugile italiano del Novecento. Un lottatore da 2,05 metri per 120 chilogrammi, una forza della natura fin dai primi vagiti (pesava otto chili già alla nascita), emessi il 25 ottobre del 1906, cioè esattamente cento anni fa. È stato un idolo sportivo per l’Italia fascista - che però non ne riconobbe subito il valore – proprio negli anni in cui imperversavano campioni del calibro di Alfredo Binda e Tazio Nuvolari, la nazionale azzurra di calcio vinceva due Coppe del Mondo (1934-38) e Italo Balbo compiva la sua trasvolata atlantica. Il Duce in persona ne promosse la fama, novello Ercole, facendone l’esempio e il modello della forza e della razza italica (fino a quando non subì le sue dure e cocenti sconfitte), e il mondo intero lo acclamò primo pugile italiano a vincere la cintura dei pesi massimi il 29 giugno 1933 a New York, quando il campione in carica Jack Sharkey cadde sotto i colpi del gigante di Sequals, piccolo paese a quaranta chilometri da Udine. «Offro questa vittoria al mondo sportivo italiano, giubilante e orgoglioso di avere mantenuto la promessa fatta al Duce», dichiarerà al Corriere della Sera appena compiuta la storica impresa. Una tributo d’onore alla sua patria, che per molto tempo non ne riconobbe la forza e i successi.

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