Monday, September 24, 2007

L'offensiva al Mulo


Tutto ha inizio il 15 settembre, eMule non si connette ai server edonkey principali. Imposto il filtro per le connessioni fallite, dopo 9 tentativi i server vengono bannati dalla lista. Mi puzza subito di "tragedia". Mi dirigo su Gruk per vedere la lista dei server, quelli tedeschi sono ancora presenti; riprovo.... nessun ping. Qualcuno ha spento l'interrutore.
La notizia non tarda a venire, finalmente la conferma anche di Punto-informatico: una serie di azioni sono state messe in atto contro i server P2P che collegano milioni di utenti di file sharing illegale. Si apre un nuovo fronte nella battaglia dell'industria discografica contro la pirateria musicale online. "Sette server eDonkey sono stati chiusi in Germania su disposizione del tribunale". Così IFPI racconta l'andamento della propria crociata che, dice, ha di recente colpito altri server in Olanda e Francia. E' il più grosso attacco mai sferrato, i server eDonkey sono al minimo storico mentre i server spia sono ormai incalcolabili. E’ bene aggiornare gli IPfilter.

A detta di IFPI, quanto accaduto rappresenterebbe addirittura "un colpo letale ad uno dei tre principali network di file sharing". Ovviamente la rete è gravemente ferita ma non morta, alcuni server satelliti minori sono ancora attivi (vedi Gruk) e la rete Kadmelia sopravvive grazie alla sua architettura serverless.

E' bene ricordare cosa è stato colpito e qual'è la procedura seguita: a differenza di molte altre reti peer-to-peer, eDonkey non è di proprietà di alcuna compagnia, ma appartiene formalmente a una associazione di programmatori indipendenti che per ragioni di sicurezza cambiano spesso gli indirizzi dei server e la loro posizione geografica. Per questo motivo i legali delle compagnie discografiche hanno preso di mira direttamente gli operatori dei server dove si concentrava il traffico illegale.
Fece scalpore, anche in Italia, l'invio di lettere degli avvocati di alcune Major Americane per denunciare singoli utenti per scambio illegale di materiale protetto da diritto d'autore. Iniziativa che si è rivelata controproducente, interpretabile a mio avviso come la guerra di Donchisciotte contro i mulini a vento.

Se è vero che i disagi li hanno avvertiti in tanti, rimane il fatto che, per gli utenti eMule, le opzioni per bypassare il problema esistono. Rete Kad e BitTorrent sono le alternative e vi garantisco che il Mulo è ferito ma non morto. Raglia ancora!
La battaglia si spinge avanti e le considerazioni sono molteplici. L’eterna domanda è sempre la stessa: è giusto o sbagliato lo sharing di contenuti protetti da diritto d’autore? La legge è chiara ma opinabile secondo me. Credo che ci siano più filosofie di utilizzo di uno strumento come il Mulo e credo anche che il download illegale di canzoni e contenuti non abbia intaccato il mercato discografico mondiale. Ne sono una prova il successo degli store on-line, come iTunes, che offrono contenuti con e senza DRM, segno che un ragionamento viene fatto anche a più alti livelli.
Ritengo che debba essere perseguito chi lucra con software pirata, e con questo mi rivolgo alla stragrande maggioranza delle aziende italiane e PMI che utilizzano software senza licenza. Credo, per contro, che non ci sia nulla di illecito nell'azione di un ragazzo che scarica un programma per utilizzo didattico e personale; la curiosità rimane pur sempre una caratteristica fondamentale per lo sviluppo, può accelerare e promuovere la divulgazione del prodotto stesso e del suo utilizzo di base. Centinaia di euro per software Cad o di fotoritocco non sono per tutti. Decine di euro per cd e dvd idem. La legge però non distingue l’utilizzo personale, come nel caso delle droghe leggere, per fare un paragone un pò forzato.

Ci sono da entrambe le parti violazioni palesi dei diritti d’autore e della privacy in primis.
Chi la dura la vince? Non credo, ma staremo a vedere. Il sistema è destinato ad evolvere perchè la partita è lunga e non se ne vede la fine. Oggi tocca al Mulo soffrire.... e domani?

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