Friday, April 18, 2008

Mercoledì 16 aprile: Mark Knopfler al PALABAM di Mantova


Quasi il tutto esaurito per una delle poche date italiane dell’ex-leader indiscusso dei DIRE STRAITS.

Il lupo perde il pelo ma non il vizio, meno male!

Premesso che la sola tripletta conclusiva, composta da Brothers in Arms, So far Away e Going Home (quest'ultima la mia canzone di sempre), valeva da sola il prezzo del biglietto, tutto il resto “è grasso che cola”. La scaletta conteneva in tutto 18 pezzi, molti dei quali riarrangiati e tra cui spiccavano Sailing to Philadelphia, Cannibals, What it is, True Love Will Never Fade, Why Aye Man, Romeo and Juliet (quasi dovuta....Verona non è poi così lontana), Sultans of Swing e Telegraph Road, quest’ultima suonata ai livelli magistrali di Alchemy, che non è certo poco.

Di sicuro, un occhio di riguardo alla qualità a scapito della quantità: ma la mancanza di “classici” quali Money for Nothing e Walk of life è, a mio avviso, quasi passata in secondo piano.

Gli estetismi di tutta la band, tra cui spiccavano due veterani dei bei tempi che furono (il batterista Danny Cummings e il poliedrico Guy Fletcher) hanno fatto da solida base per le sonorità di Knopfler, capace di regalare come al solito un sound preciso e pulito. Ha cominciato alle 21 spaccate, tradendo l'impazienza di un ragazzino e regalando quasi 2 ore non-stop di poesia.

Impressionanti le performance al violino di John McCusker, un mostro più che un musicista.

Due le chicche degne di nota: prima dell’inizio del concerto, la fender biancorossa faceva bella mostra sul palco, illuminata da una luce quasi eterea: la serata cominciava sotto i migliori auspici. Infatti, verso la fine del concerto, il supporto circolare delle luci si solleva e si inclina, passando da orizzontale a verticale (un pò in stile Pink Floyd a dire il vero) e rivelando il motivo centrale della metallica e sempiterna National Style O, la scenografia perfetta su cui proiettare colorati giochi di luce, mentre Mark Knopfler si divertiva ad abbagliare il pubblico utilizzando la chitarra come uno specchio.

VOTO 10/10 (forse io sono di parte, ma sia la Gio che Ferna sono dello stesso avviso)

Thursday, April 17, 2008

Un sistema senza limiti


[...] Una civiltà che pretende di abolire il limite è perduta, non solo perchè non riconosce i confini ecologici e sociali della sua avventura, ma perchè smarrisce il senso che solo il limite può attribuirle. E' quello che viene a mancare nell'insensatezza della crescita, generando una instabilità e un'aggressività endemica. [...]

Non è il progresso tecnico la causa del venir meno dei fini, ma è il suo asservimento all'accumulazione capitalistica. Quella sintesi di tecnica e di mercato che ha costituito il segreto del trionfo capitalistico ne rappresenta oggi la prigione. Non è vero che la tecnica prescrive di fare tutto ciò che è fattibile. Essa prescrive di fare tutto ciò che è profittevole. Il problema, allora, non è quello di sottrarsi alla tecnica, ma di sottrarre la tecnica alle leggi del mercato, ponendola al servizio della conoscenza. In questo senso l'equilibrio ecologico, l'arresto della crescita economica dell'avere, sterile ed autodistruttiva, è la premessa necessaria di un umanesimo trascendente inteso allo sviluppo esistenziale della specie umana.

da Il capitalismo ha i secoli contati di Giorgio Ruffolo - Einaudi, 2008

Tuesday, April 01, 2008

EXPO' MILANO 2015

Finalmente una buona novella…
Ho seguito con vivo interesse la giornata di ieri che si è conclusa al cardiopalma con l’aggiudicazione a Milano dell'Expo 2015, dopo una serie di colpi di scena sull'esito finale della votazione.
Milano ha ottenuto la designazione a ospitare l'edizione 2015 dell'Expo mondiale con 86 voti favorevoli, contro i 65 andati alla città turca di Smirne.
Un brillante risultato ottenuto da quel ‘sistema Italia’ tanto celebrato oggi, la cui eccellenza in questa occasione sembra essere stata pienamente riconosciuta ed apprezzata a livello internazionale.
Quasi una notizia fuori luogo, una nota stonata nel contesto reale e mass-mediatico cui siamo avvezzi: la roboante e noiosa campagna elettorale, un’atmosfera di incombente ed ineluttabile recessione economica generale, lo spettro della quarta settimana cui nessun italiano del ceto medio sembra più arrivare, lo scempio di Alitalia e la ‘dismissione’ di Malpensa, l'immagine ancora presente e viva delle montagne di rifiuti di Napoli …
E questo è stato e rimane il sistema Italia, quello in cui gli italiani si identificano e si riconoscono, in una totale rassegnazione ed accettazione della situazione presente.
Mi sostiene la speranza che questa preziosa occasione si trasformi non nella solita ‘abbuffata’ alla maniera italica ma in un efficace motivo di rilancio socio-politico-economico per una nazione ormai stanca, disincantata, privata di ogni futuro e speranza.
Augurandoci che non si tratti solamente di un sonoro e bel ‘pesce di aprile’…….


Iron Man, dal fumetto al cinema

Dopo aver visto, questa domenica, Il cacciatore di aquiloni (film che consiglio anche se ovviamente chi ha letto il libro avrà alcune sorprese) passo ad un genere molto più soft.. anche se in questo caso la parola "morbido" non potrei proprio usarla. :-)
Oggi parliamo di Iron Man, fumetto Marvel che approda sul grande schermo il primo maggio.
Strepitosi effetti speciali, da inchiodare alla poltrona.. Propongo di seguito un paio di trailer che mi sono capitati sottomano bazzicando i canali del tubo.